Quando leggo un libro per bambini cerco sempre di valutarlo nella giusta prospettiva, quella di un bambino appunto... credo che sia il modo più obiettivo per farmene un opinione.
Se avessi letto "L'Elfo del Nord" quando ero piccola, probabilmente l'avrei apprezzato molto di più.
Mi sono piaciuti la prima parte e gli ultimi tre capitoli, che sono i tratti della storia in cui l'autrice riesce a trasmettere efficacemente la sua personale versione dell'origine di Babbo Natale, quella figura leggendaria e tanto amata che distribuisce doni a tutti i bambini del mondo la notte della vigilia, su una slitta rossa tintinnante trainata da nove renne volanti!
Queste due parti, che possono essere viste come i due argini della storia, sono molto carine e hanno saputo trasmettermi una sensazione davvero magica... tutto quello che c'è in mezzo, invece, mi ha annoiata purtroppo.
Una malvagia che non fa paura neanche un po', anzi, credo che non mi avrebbe spaventata nemmeno se avessi letto il libro da bambina; un lento e tedioso susseguirsi di avvenimenti; nemmeno le conversazioni tra i personaggi hanno saputo rendere interessante la lettura.
In realtà, avrei dato pochissima importanza a tutto questo se la storia mi avesse affascinata, se fosse riuscita a farmi sognare ad occhi aperti come spesso fortunatamente accade... ma non è stato questo il caso.
Tuttavia questo libro contiene degli aspetti che lo rendono una lettura gradevole, specialmente per i bambini (che è poi ciò che conta!)... le ammalianti descrizioni di un magico Polo Nord, un luminoso regno degli Elfi nascosto in un fiabesco reame di ghiaccio, foreste di alberi animati, fate, splendide renne volanti e qualche illustrazione in bianco e nero posizionata qua e là tra le pagine.
E' per questa ragione che non posso certo sconsigliarlo, anzi, sono sicura che sarebbe un bel libro da far trovare ai bambini sotto l'Albero!